Ospitiamo un nuovo contributo del grande filosofo eurasiatico Rupert Smirnoff, di cui è possibile trovare gli esclusivi contributi a questo link.
Le linee sono insiemi di punti che descrivono i confini del nostro mondo, misurano le distanze dai satelliti e dalle galassie. Tracciano traiettorie di missili e droni. Sono un segno di confine, di demarcazione, stabiliscono limiti invalicabili, punti di non ritorno.
Linee appoggiate su punti sollevano il mondo, e non solo.
Ecco affrontate questo semplice esercizio di fisica: prendete due linee e unitele, applicatele ad un corpo, possibilmente giovane e tonico ed otterremo una forma che ci ossessiona ogni giorno, i leggings.
Gli arti inferiori femminili quando sono vestiti di leggings, assumono una sembianza ultra umana che cattura inevitabilmente la nostra attenzione, i nostri sguardi e fantasie.
Linee definite disegnano curve e rotondità di perfezione assoluta e lasciano libera la mente di viaggiare in spazi infiniti, popolate da foreste ricche di promesse e pericoli, e ci regalano un senso di avventura proprio dei primi coloni nella taiga siberiana.
I colori assoluti applicati al materiale, rendono poi le donne che li indossano creature aliene, altre da noi, scisse in un sopra di dubbio gusto e in un sotto di sicuro interesse.
Così si verifica il miracolo di una quotidiana trasformazione, che eleva il cesso in essere passabile e la figa in strafiga.
Oggi, mentre usiamo il nostro tempo per smanettarci con lo smartphone e non solo, la tecnologia ci regala quindi la massima espressione della bellezza femminile.
Tuttavia come ogni invenzione rivoluzionaria che si rispetti, anche i leggings vengono da lontano e ripropongono un’idea antica, la calzamaglia.
Avete presente i vari Robin Hood, Dante, Piero della Francesca? Ecco loro indossavano leggings da uomo, di dubbio gusto e colore, col pacco sempre in mostra e dotati di apposito bottone frontale e rettale; così addobbati tampinavano la donzella di turno a cui non mancavano di dedicare versi in rima e in prosa, dopo un adeguato accoppiamento.
Oggi tuttavia, mentre infuria una battaglia sulla parità di genere, assistiamo ad una manifesta discriminazione, in quanto se ai soggetti femminili è data la facoltà di accendere fantasie ed istinti, a noi uomini eurasiatici non viene concesso lo stesso potere.
Proprio per questo, in difesa del diritto nostro terreno di esaltare le peculiarità sacre che ci rendono esseri unici ed irripetibili dobbiamo pretendere di poter anche noi accedere al leggings maschile e di compiere la nostra trasformazione in angeli falloguidati.
L’uomo eurasiatico potrà così dare vita al suo rituale di corteggiamento e conseguente accoppiamento, impinzando il proprio scettro nelle rotondità femminili.
Riprenderemo così il controllo dei nostri arti, del nostro spazio e della nostra virilità.
In attesa che questa timida richiesta venga perorata da menti brillanti, vi invito a proseguire nel vostro sforzo quotidiano di osservazione e censimento del leggings migliore perché, come dico sempre: “un linea rotonda disegna un mondo perfetto, una linea retta lo penetra”.
Rupert Smirnoff